Visualizzazione post con etichetta Studio. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Studio. Mostra tutti i post

domenica 16 marzo 2025

Trattamento per chi ha subito danni da vaccino: digiunare 48-72 ore per attivare l'autofagia

 trattamento-danni-vaccino-digiuno-43-72-ore-autofagia-



Il digiuno prolungato da 48 a 72 ore è stato identificato come un efficace trattamento per le persone che hanno subito danni a seguito della vaccinazione contro il COVID-19.

Questo metodo promuove l'autofagia, un processo naturale di detossificazione attraverso il quale il corpo elimina le cellule danneggiate dalle proteine spike del vaccino e può contribuire a riavviare il sistema immunitario.

Origini e traduzioni delle scoperte

Queste informazioni sono state divulgate per la prima volta sul Substack del Dr. William Makis

di Salvatore Calleri (NatMed).

Recenti ricerche sul digiuno e i danni da vaccino COVID-19

La letteratura scientifica sta iniziando a prendere in considerazione i benefici del digiuno sui danni causati dal vaccino COVID-19, evidenziati da una serie di pubblicazioni recenti:

Danni causati dalla proteina Spike del COVID-19

La proteina Spike è nota per causare vari danni a livello biologico:

  • Formazione di coaguli sanguigni
  • Danni alle pareti dei vasi sanguigni e infiammazioni
  • Deterioramento dei mitocondri con conseguente diminuzione dell'energia e accumulo di specie reattive dell'ossigeno
  • Impedimento alla rimozione dei mitocondri danneggiati
  • Distruzione del microbioma intestinale e gravi disfunzioni del sistema immunitario, potenzialmente conducendo a malattie autoimmuni e cancro

L'autofagia: processo di rigenerazione cellulare

trattamento-danni-vaccino-digiuno-43-72-ore-autofagia-


L'autofagia, oltre ad essere innescata dal digiuno, può essere stimolata anche attraverso terapie come la sauna, l'ozonoterapia, l'ossigenoterapia iperbarica, e l'assunzione di sostanze come il caffè, il resveratrolo, la curcuma e la metformina.

Tipologie di digiuno e obiettivi terapeutici

Il digiuno può essere classificato in:

  • Digiuno prolungato (oltre 36 ore)
  • Digiuno intermittente (da 12 a 24 ore)

Gli obiettivi del digiuno prolungato includono:

  • Eliminare le proteine spike accumulatesi nell'organismo
  • Rimuovere aggregati proteici dannosi e stimolare il rinnovamento del sistema immunitario
  • Migliorare il microbioma intestinale e la funzionalità mitocondriale
  • Stimolare la produzione di cellule staminali

Questo trattamento rappresenta un approccio innovativo e naturale nella gestione delle complicazioni post-vaccinali, sfruttando i meccanismi di autoguarigione del corpo.


benefici del digiuno per un periodo di 72 ore spiegati passo dopo passo dal Dott. Jin W. Sung



"Se questo articolo ti è stato utile, condividilo con i tuoi amici sui social!"


Sostieni le nostre ricerche indipendenti:

Dona Ora

martedì 3 dicembre 2024

Zenzero: Il Supercibo che Sfida il Diabete

 

radice-di-zenzero-macinato

Zenzero: Il Supercibo che Sfida il Diabete di Tipo 2

Lo zenzero, spesso relegato al ruolo di spezia, emerge oggi come un alleato straordinario nella lotta contro il diabete di tipo 2. 


Conosciuto da millenni per le sue proprietà curative, la scienza moderna conferma ciò che le antiche tradizioni mediche sapevano già: lo zenzero possiede straordinarie capacità terapeutiche.


Perché lo Zenzero È un Nemico del Diabete


di Salvatore Calleri (NatMed)

Il diabete di tipo 2 è una condizione metabolica complessa, spesso alimentata da una dieta squilibrata, inattività fisica e infiammazione cronica. I farmaci convenzionali, pur essendo efficaci nel controllo dei livelli di zucchero nel sangue, possono aumentare il rischio di complicazioni cardiovascolari. Qui entra in gioco lo zenzero, con i suoi oltre 50 effetti fisiologici benefici e più di 2100 studi scientifici che ne confermano l’efficacia.

Le Prove Scientifiche

Uno studio clinico condotto in Iran ha rivelato che l’assunzione quotidiana di 3.000 mg di zenzero in polvere ha migliorato significativamente parametri come glicemia, HbA1c (emoglobina glicata), insulina e marcatori di infiammazione, dimostrando effetti paragonabili o superiori ai farmaci tradizionali, ma senza effetti collaterali.

Oltre il Controllo della Glicemia

Lo zenzero non solo abbassa i livelli di zucchero nel sangue, ma agisce anche riducendo lo stress ossidativo e l’infiammazione, due dei principali responsabili delle complicanze legate al diabete, come le malattie cardiovascolari. Inoltre, aumenta la capacità antiossidante totale, fornendo una protezione a 360 gradi.

Un Tesoro di Rimedi Naturali

Lo zenzero non è l’unico supercibo che combatte il diabete. La curcuma, ad esempio, offre benefici simili, agendo su oltre 600 condizioni di salute. È tempo di riscoprire i rimedi naturali che la scienza moderna sta finalmente validando.

Integrazione nella Vita Quotidiana

Aggiungere lo zenzero alla propria alimentazione è semplice e gustoso. Può essere utilizzato in tisane, smoothies, piatti principali e persino dessert. Con pochi grammi al giorno, è possibile beneficiare delle sue proprietà terapeutiche.

Lo zenzero rappresenta un’alternativa naturale, sicura ed efficace per combattere il diabete di tipo 2 e migliorare la salute generale. In un mondo in cui i trattamenti farmaceutici possono avere effetti collaterali significativi, il ritorno a rimedi naturali come lo zenzero potrebbe segnare una svolta epocale nella medicina moderna.

Scopri di più sui benefici dello zenzero e altri rimedi naturali per il diabete nel nostro blog!

🌿 Esplora lo store di Macrolibrarsi! 🌟 Scopri prodotti naturali e biologici per il tuo benessere.
👉 Accedi ora e inizia il tuo viaggio naturale!

Sostieni le nostre ricerche indipendenti:

Dona Ora

mercoledì 2 ottobre 2024

Il Glutatione: Un Potente Alleato Contro la Steatosi Epatica Non Alcolica

glutatione-ricerca-alleato-contro-malattie-del-fegato



Il glutatione è un antiossidante fondamentale, presente in ogni cellula del nostro corpo. 

Questa molecola è composta da aminoacidi e svolge molteplici funzioni cruciali, tra cui supportare il sistema immunitario, neutralizzare i radicali liberi e aiutare il fegato a metabolizzare i grassi. 

Una caratteristica unica del glutatione è che il corpo è in grado di produrlo direttamente nel fegato.


Il Legame tra Glutatione e Salute Epatica


Di Salvatore Calleri (NatMed)

Diversi studi hanno dimostrato che bassi livelli di glutatione possono essere associati a molte malattie croniche. Per questo motivo, la ricerca scientifica si è concentrata sul potenziale del glutatione come integratore per combattere la steatosi epatica non alcolica (NAFLD), una condizione caratterizzata dall’accumulo di grasso nel fegato.


Secondo uno studio pubblicato su *BMC Gastroenterology*, l'integrazione orale di glutatione ha portato a miglioramenti significativi nei pazienti affetti da NAFLD. Il gruppo di ricerca ha esaminato 34 pazienti diagnosticati con questa malattia tramite ecografia, monitorando i cambiamenti dopo tre mesi di modifiche allo stile di vita e un dosaggio quotidiano di 300 mg di glutatione.


I Risultati dello Studio


I ricercatori hanno valutato parametri clinici come il grasso epatico, la fibrosi e i livelli di alanina aminotransferasi (ALT), un enzima indicatore di danno epatico. Al termine del trattamento con glutatione, i pazienti hanno mostrato un significativo calo dei livelli di ALT, oltre a una riduzione di ferritina, trigliceridi e acidi grassi non esterificati.


Questi risultati suggeriscono che il glutatione può avere un effetto terapeutico promettente per chi soffre di NAFLD, migliorando la salute epatica e riducendo il rischio di complicanze.


Altri Benefici del Glutatione


Oltre ai benefici per il fegato, il glutatione è stato studiato per altre proprietà salutari:


1. **Rafforzamento del sistema immunitario** – Protegge i mitocondri e riduce l’infiammazione.

2. **Miglioramento della sensibilità all’insulina** – Può aiutare a prevenire la resistenza all’insulina.

3. **Contrasto dei radicali liberi** – Combatte i danni cellulari.

4. **Prevenzione del cancro** – Può inibire la progressione di alcune forme tumorali.

5. **Supporto nella malattia di Parkinson** – Mantiene i livelli cellulari ottimali, riducendo i sintomi.


Come Integrare il Glutatione


Con l’avanzare dell’età, i livelli di glutatione tendono a diminuire. Fattori come malattia, stress e stile di vita possono ulteriormente comprometterne la presenza. È possibile contrastare questa carenza adottando uno stile di vita sano, con un'alimentazione equilibrata e l’assunzione di integratori, che possono variare dai 200 ai 500 mg al giorno.


Consigli per Mantenere un Fegato Sano


Oltre all’integrazione di glutatione, ci sono molteplici strategie per preservare la salute epatica:


- **Mantieni un peso corporeo adeguato**: l’obesità è uno dei maggiori fattori di rischio per la NAFLD.

- **Segui una dieta equilibrata**: limita i grassi saturi, gli zuccheri e i carboidrati raffinati, preferendo frutta, verdura, cereali integrali e pesce grasso.

- **Bevi succhi naturali** come il succo di barbabietola e il tè verde.

- **Fai esercizio fisico regolarmente**: aiuta a bruciare i trigliceridi e a ridurre il grasso epatico.

- **Pratica sesso sicuro** per prevenire infezioni come epatite B e C.

- **Lava le mani** accuratamente dopo aver usato il bagno e prima di preparare i pasti.


Il Ruolo del Glutatione nel Benessere Generale


Con il suo ampio spettro di benefici, il glutatione si dimostra un integratore potente per migliorare la salute generale e proteggere gli organi vitali come il fegato. Assumendo una dose adeguata e seguendo uno stile di vita sano, è possibile rafforzare il nostro organismo contro una vasta gamma di malattie, preservando il benessere a lungo termine.


Fonti:

- BMC Gastroenterology

- LiverFoundation.org

- Healthline.com


Scopri i prodotti consigliati per la tua salute. Naturali, efficaci e pensati per te!

(Per un rapido acquisto)



Glutatione Forte - 60 Capsule Vegetali
Integratore di Glutatione, Quercetina, Naringenina, Selenio e OxiP®
Voto medio su 44 recensioni: Buono
€ 44,20

Epadx
Integratore alimentare a base di SAMe, NAC, Silimarina fitosoma® da Cardo mariano, Zinco e vitamine del gruppo B, utile nel favorire la funzionalità epatica
Voto medio su 15 recensioni: Buono
€ 38,50

Elkopur® GlutaNac Detox
Nuova formula con L-Glicina
Voto medio su 19 recensioni: Da non perdere
€ 32,00

Glutatione 250
Integratore alimentare a base di L-Glutatione. Azione antiossidante
Voto medio su 14 recensioni: Da non perdere
€ 48,80

Glutatione Detox
NAC, Acido Alfa-Lipoico, Tarassaco e Glutatione per favorire la normale funzione epatica e le normali funzioni depurative dell'organismo
Voto medio su 26 recensioni: Da non perdere
€ 24,90

Vir Plus
Integratore alimentare utile per il sostegno delle difese immunitarie
Voto medio su 44 recensioni: Da non perdere
€ 46,00

Nac (N-Acetilcisteina)
Utile per favorire la fluidità delle secrezioni bronchiali
Voto medio su 27 recensioni: Da non perdere
€ 34,90

Resveratrolo Plus
Per regolare la funzionalità dell’apparato cardiovascolare
Voto medio su 13 recensioni: Da non perdere
€ 27,50

Nac N-acetilcisteina
Integratore utile per ridurre lo stress ossidativo
Voto medio su 19 recensioni: Da non perdere
€ 25,00

Sostieni le nostre ricerche indipendenti:

Dona Ora

domenica 1 settembre 2024

Tumori: Scoperta la Proteina che Li Aiuta a Sopravvivere e Proliferare

proteina-b62-scoprta-proteina-che-inibisce-proliferazione-tumori



Un gruppo di ricercatori, coordinato dal professor Stefano Santaguida dell'Istituto Europeo di Oncologia e docente di Biologia Molecolare all'Università Statale di Milano, ha scoperto una proteina cruciale per la sopravvivenza delle cellule tumorali, chiamata p62. 


Questa scoperta, pubblicata sulla prestigiosa rivista *Science*, fornisce una nuova chiave di lettura su come i tumori si mantengono vitali e si diffondono nell'organismo.


L'Instabilità Cromosomica: Una Caratteristica delle Cellule Tumorali



Di Salvatore Calleri (NatMed)


Alla base della sopravvivenza delle cellule tumorali c'è l'instabilità cromosomica, ovvero un'alta frequenza di errori nella segregazione dei cromosomi durante la divisione cellulare. Questo fenomeno genera una sorta di "caos" all'interno delle cellule, contribuendo a comportamenti anomali e non regolati, come la capacità di replicarsi senza limiti e resistere a diversi tipi di attacchi esterni, inclusi i trattamenti farmacologici.


Inoltre, l'instabilità cromosomica favorisce la diversità nei cariotipi delle cellule tumorali. Questo significa che alcune cellule potrebbero sviluppare configurazioni cromosomiche che le rendono particolarmente resistenti ai trattamenti farmacologici. Un'ulteriore conseguenza dell'instabilità è la formazione di micronuclei, piccoli compartimenti cellulari anomali che si formano al di fuori del nucleo principale della cellula. Questi micronuclei hanno un ruolo importante nel sostenere il disordine cellulare tipico dei tumori.


Micronuclei e l'Esposizione al Caos Cellulare


I micronuclei hanno un involucro estremamente fragile e spesso difettoso, che non riesce a proteggere adeguatamente il DNA contenuto al loro interno. Di conseguenza, questo DNA è frequentemente esposto al citoplasma cellulare, dove subisce danni persistenti. Questi danni contribuiscono a creare un ambiente favorevole per lo sviluppo e la progressione del tumore.


Secondo i ricercatori, i micronuclei sono noti da tempo per la loro capacità di promuovere lo sviluppo tumorale, ma fino a oggi non era chiaro il motivo. Il team guidato da Santaguida ha scoperto che il problema principale risiede nell'incapacità della cellula di riparare l'involucro di questi micronuclei. Questa incapacità è strettamente legata all'azione della proteina p62.


Il Ruolo Cruciale della Proteina p62


La proteina p62, nota per la sua multitasking in vari processi cellulari, non era mai stata associata prima all'instabilità cromosomica. Lo studio ha dimostrato che p62 inibisce l'azione dei meccanismi di riparazione dell'involucro nucleare dei micronuclei. Quando questo involucro non viene riparato, collassa, lasciando i cromosomi in esso contenuti esposti al caos cellulare. Questa situazione aumenta l'instabilità cromosomica, conferendo alle cellule tumorali ulteriori vantaggi per crescere, sopravvivere, resistere ai trattamenti farmacologici e diffondersi nell'organismo.


Implicazioni Cliniche: p62 come Bersaglio Terapeutico


La scoperta ha importanti implicazioni cliniche. Dalle analisi condotte dai ricercatori, è emerso che i tumori caratterizzati da instabilità cromosomica e da alti livelli di p62 hanno una prognosi peggiore. Pertanto, la proteina p62 potrebbe diventare un nuovo marcatore prognostico e rappresentare un bersaglio terapeutico per sviluppare trattamenti più efficaci contro il cancro.


Collaborazioni Internazionali e Sostegno alla Ricerca


Lo studio è stato realizzato con il supporto della Fondazione AIRC per la Ricerca sul Cancro e della Fondazione Cariplo, ed è frutto di una collaborazione tra diversi centri internazionali di eccellenza in oncologia. Tra questi figurano il Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New York, la Harvard Medical School di Boston, l’University of Texas Southwestern di Dallas, il Fred Hutchinson Cancer Research Center di Seattle, l’Università di Tel Aviv in Israele, e in Italia, l’Università di Palermo, l’Ospedale San Raffaele e l’IFOM di Milano.


Conclusioni


La scoperta del ruolo della proteina p62 nell'instabilità cromosomica delle cellule tumorali apre nuove strade nella lotta contro il cancro, fornendo una nuova prospettiva sulla biologia dei tumori e offrendo spunti per sviluppare trattamenti più mirati ed efficaci. Il riconoscimento ricevuto da *Science* conferma l'importanza di questa ricerca, che potrebbe avere un impatto significativo sulla pratica clinica e sul futuro della terapia oncologica.

Sostieni le nostre ricerche indipendenti:

Dona Ora

sabato 11 maggio 2024

Le proprietà antitumorali della bromelina: Stato dell'arte e tendenze recenti

proprietà-antitumorali-bromelina-stato-arte-tendenze


La bromelina, un enzima estratto dal gambo dell'ananas (Ananas comosus (L.) Merr.), è al centro di studi approfonditi per le sue molteplici proprietà benefiche per la salute umana, tra cui effetti anti-infiammatori, immunomodulatori, antiossidanti e anticancerogeni.


Di Salvatore Calleri (NatMed)

Tradizionalmente utilizzata in numerosi paesi per il suo potenziale terapeutico, la bromelina sta ora emergendo come un candidato promettente per il trattamento oncologico grazie alla sua capacità di indurre effetti citotossici, apoptotici, necrotici, autofagici, immunomodulanti e anti-infiammatori sia in cellule tumorali che in modelli animali.

Approfondimenti sull'enzima e il suo impatto nel campo oncologico

Studi recenti hanno esaminato in dettaglio gli effetti della bromelina a livello cellulare, molecolare e dei segnali, con dati raccolti da database come PubMed/MedLine, TRIP database, GeenMedical, Scopus, Web of Science e Google Scholar. Le ricerche hanno confermato le attività farmacologiche della bromelina, che includono non solo la lotta contro il cancro, ma anche proprietà anti-edemigene, anti-microbiche, anti-coagulanti, anti-artrosiche, antidolorifiche post-traumatiche, anti-diarrea e di guarigione delle ferite. Nonostante ciò, gli studi clinici sulla bromelina sono ancora limitati, e sono necessarie ulteriori ricerche per convalidare il valore scientifico di questo enzima nelle malattie oncologiche umane.

Cancro: un problema globale e la ricerca di nuove cure

Il cancro rappresenta una sfida globale che incide negativamente sui pazienti, le loro famiglie e l'intera società. Le cellule tumorali possono colpire qualsiasi parte del corpo e si caratterizzano per la proliferazione causata dalla perdita di controllo della divisione cellulare, dalla ridotta capacità di riparare le mutazioni del DNA cellulare, dalla capacità di evitare la morte cellulare programmata (apoptosi), di formare nuovi vasi sanguigni (angiogenesi), di invadere altri tessuti e sviluppare metastasi, e dalla capacità di nascondersi all'azione del sistema immunitario.

Trattamenti oncologici e il potenziale della bromelina

I trattamenti oncologici tradizionali come la chemioterapia mirano alla remissione o alla cura della malattia, estendendo la durata e migliorando la qualità della vita del paziente. Tuttavia, la chemioterapia può anche colpire le cellule sane che si moltiplicano rapidamente, causando reazioni avverse. In questo contesto, la bromelina si presenta come un trattamento naturale con potenziali risultati paragonabili a quelli della chemioterapia e della radioterapia, ma con una tossicità molto inferiore.

Conclusione e prospettive future

La bromelina ha dimostrato di possedere interessanti applicazioni farmacologiche e potenziali applicazioni mediche sin dalla sua scoperta. L'enzima è stato utilizzato per il trattamento di diverse condizioni di salute, dal trattamento dell'osteoartrite e delle ferite croniche alla gestione del dolore post-traumatico e dei processi infiammatori. La ricerca futura dovrebbe continuare a esplorare questi usi, in particolare l'efficacia antitumorale della bromelina, per fornire nuove opzioni terapeutiche ai pazienti oncologici. Le prospettive sono promettenti, ma la strada verso l'applicazione clinica generalizzata richiederà ancora approfondimenti e validazioni attraverso studi clinici mirati.




 Prodotti consigliati 


Bromelina Plus
Estratto di Gambo di Ananas ricco di Bromelina utile per favorire la funzione digestiva e aiutare la funzionalità del microcircolo
Voto medio su 10 recensioni: Da non perdere
€ 36,80

Ananas Bromelina Plus
Integratore con Bromelina estratta da ananas utile per favorire la digestione e il drenaggio dei liquidi corporei
Voto medio su 47 recensioni: Buono
€ 17,50

Bromelina 500 mg
Bromelina da ananas, utile per stimolare la funzione digestiva e per favorire il microcircolo
Voto medio su 24 recensioni: Buono
€ 26,00

Nutri Bromelin - Integratore a base di Bromelina in Compresse
Alta biodisponibilità di bromelina, utile per mantenere la funzionalità del microcircolo e aiutare il drenaggio dei liquidi in eccesso
Voto medio su 23 recensioni: Buono
€ 26,00

Sostieni le nostre ricerche indipendenti:

Dona Ora

martedì 7 maggio 2024

Infezioni e Autoimmunità: L'Importanza della Vitamina D nel Sistema Immunitario

infezioni-autoimmunità-vitamina-d


La vitamina D, nota per il suo ruolo nella salute ossea, emerge sempre più come un fattore critico nel mantenimento di un sistema immunitario forte e resiliente. In particolare, la sua influenza sulle infezioni e sullo sviluppo di malattie autoimmuni è oggetto di crescente interesse scientifico. 


Di Salvatore Calleri (NatMed) Blogger e Divulgatore Scientifico

Questa revisione sistematica, condotta da Sunil J. Wimalawansa presso l'Istituto Cardiometabolico ed Endocrino di North Brunswick, NJ, analizza in profondità il legame tra la vitamina D e l'immunità, esaminando la letteratura scientifica più recente su questo argomento cruciale.


Ruolo della Vitamina D nell'Immunità


La vitamina D, nella sua forma attiva 1,25-diidrossivitamina D, svolge un ruolo fondamentale nella protezione contro agenti patogeni invasivi, riducendo il rischio di autoimmunità e contribuendo al mantenimento della salute generale. Al contrario, bassi livelli di vitamina D aumentano la suscettibilità alle infezioni e possono predisporre allo sviluppo di malattie autoimmuni.


Evidenze Scientifiche


Questa revisione sistematica esamina approfonditamente la ricerca esistente sulla vitamina D e il suo impatto sull'immunità. I dati raccolti supportano fortemente l'importanza di mantenere livelli sierici di 25-idrossivitamina D superiori a 50 ng/mL per ridurre significativamente il rischio di infezioni virali e batteriche, nonché di condizioni autoimmuni. Gli studi controllati randomizzati hanno confermato i benefici sostanziali della vitamina D, mentre quelli con errori di progettazione significativi hanno prodotto risultati ambigui.


Implicazioni per la Salute Pubblica


Nonostante il rapporto costi-benefici favorevole del trattamento della carenza di vitamina D, la sua prevalenza rimane alta in tutto il mondo. Questo è particolarmente preoccupante alla luce delle evidenze che collegano la carenza di vitamina D a una maggiore suscettibilità alle epidemie e alle malattie autoimmuni. La revisione sottolinea l'importanza di strategie di salute pubblica volte a promuovere l'esposizione sicura al sole e l'assunzione adeguata di integratori di vitamina D.


Conclusioni


In conclusione, questa revisione sistematica fornisce un'analisi dettagliata del legame tra vitamina D, infezioni e autoimmunità, evidenziando l'importanza di mantenere livelli ottimali di vitamina D per una salute immunitaria robusta. Le implicazioni per la salute pubblica sono significative e indicano la necessità di interventi mirati per ridurre la prevalenza della carenza di vitamina D e migliorare la salute globale della popolazione.


Questa ricerca rappresenta un contributo fondamentale alla comprensione del ruolo della vitamina D nell'immunità e suggerisce nuove direzioni per futuri studi e interventi di salute pubblica.


Per maggiori informazioni, consultare l'articolo completo: [Infezioni e Autoimmunità: il Sistema Immunitario e la Vitamina D](https://doi.org/10.3390/nu15173842).

Sostieni le nostre ricerche indipendenti:

Dona Ora